DONNE - ANCHE IN SENEGAL PARTITA LA BATTAGLIA CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI

Di seguito una lettera testimonianza inviata alle dirigenti donne della CGIL di Vicenza da parte di una immigrata senegalese iscritta al sindacato:
"In base alle conoscenze attuali, le mutilazioni dei genitali femminili vengono praticate in 28 paesi africani, trai quali molti di quelli di cui noi facciamo parte. Le mutilazioni, però, vengono praticate anche in alcuni paesi dell'Asia Occidentale e in alcune comunità minoritarie di altri paesi asiatici. Bisogna ricordare come in Sudan molti medici professionisti eseguano un numero crescente di queste operazioni, cosa che avviene anche in alcune comunità del Mali e dell'Egitto.

Solo le donne che hanno subito l'infibulazione vengono considerate vergini. Nei paesi in cui le percentuali di queste pratiche sono alte, le ricerche affermano che il 70% delle donne afferma di aver subito l'infibulazione. Vi do un esempio: nel villaggio del mio paese l'infibulazione è considerata una tradizione culturale quindi anche se è vietata viene praticata comunque come garanzia di verginità. La verginità, in tutte le società africane, è un prerequisito per il matrimonio.
Un caso particolare riportato dalle TV è avvenuto nel mio paese dove una ragazza di 16 anni era stata sottoposta a infibulazione, dopo si è sposata e ha avuto un bambino. Durante la nascita del bambino la ragazza ha avuto delle complicazioni e purtroppo il bambino ha perso al vita; la ragazza ora non può più avere figli ed è quindi una ragazza rovinata.

Penso ci sia molta strada da fare: anche se in Senegal l'infibulazione è proibita essa viene praticata lo stesso di nascosto e molte donne vengono mandate lì dall'Italia per essere sottoposte a questa pratica. Deve essere fatta quindi una battaglia di tutte le donne, battaglia che passa anche per questa iniziativa. Anche in Senegal, di recente, è stata organizzata una manifestazione delle donne contro le mutilazioni".