SALUTE e SICUREZZA

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Sezione: SALUTE e SICUREZZA
02 febbraio 2012

osservatorio sicurezza anno 2011:77 le morti bianche nel triveneto

 

Sono state 77 le vittime del lavoro nel 2011, oltre 6 al mese, almeno una ogni settimana dell’anno. E’ una media inquietante che aiuta, però, a rendere concreta l’emergenza delle morti bianche a Nordest.  Nel2011 inTriveneto é stato rilevato un decremento degli infortuni mortali de17,2 per cento ma i livelli d’allarme rimangono piuttosto elevati. Tant’è che il Veneto, con 45 decessi nel 2011 e 55 nel 2010, continua a restare sul “podio” nazionale al terzo posto per numero di vittime, secondo le elaborazioni degli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre. Diminuite anche le morti bianche in Trentino Alto Adige (erano 29 nel 2010 e sono scese a 20 nel 2011), mentre in Friuli Venezia Giulia si sono registrate tre vittime in più nel 2011 (12 contro le 9 del 2010).

Considerando il numero delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa, il dato peggiore a Nordest è quello  del Trentino Alto Adige (42,6 contro una media nazionale di 24,2), seconda maglia nera nell’area nordorientrale spetta al friuli Venezia Giulia (23,6) e ultimo è proprio il Veneto con un indice di 21,3 , uno dei tre più virtuosi di tutto il Paese insieme a quello di Lombardia (16,8) e Lazio (15,5).

La provincia più colpita a Nordest e anche una delle più colpite su scala nazionale, è Bolzano con 13 morti (erano 20 nel 2010) mentre seconda è Venezia (9, cinque in più del 2010), terza è Treviso (8 , due in meno del 2010), Belluno, Padova e Trento (7), a Vicenza sei le vittime (la metà dei casi registrati nel 2010), cinque quelle di Rovigo (erano tre nel 2010) quattro a Udine, tre a Verona, Gorizia e Pordenone; due i decessi registrati a Trieste.

Nell’ambito delle incidenze rispetto alla popolazione lavorativa e quindi dell’effettivo valore del rischio morti bianche è Belluno a dare i risultati più sconfortanti nel 2011 con un indice di 77,2, seguita da Bolzano (54,1), da Gorizia (52,9) e da Rovigo (48,4).

L’agricoltura è il settore più colpito, con il 40,3 % delle morti bianche del Nordest nel 2011 (erano il 44,1 per cento nel 2010). I morti nei cantieri edili invece sono il 18,2 per cento (nel 2010 erano il 20,4). A distanza si trovano le percentuali delle morti bianche rilevate nel commercio e delle attività artigianali (13 per cento, praticamente il doppio rispetto al 2010 quando si arrivava al 7,5 per cento); e poi ci sono i trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (5,2 per cento erano il 6,5 per cento nel 2010).

Le fasce d’età maggiormente coinvolte nel dramma sono equamente quella compresa tra i 45 e i 54 anni e tra i 55 e i 64 anni (19 casi per entrambe).

La caduta dall’alto e quindi la morte per schiacciamento, ha riguardato il 24,7% (22,6 nel 2010)  dei decessi sul lavoro a Nordest; il 22,1% delle vittime sono morte cadendo dall’alto (era il 23,7% nel 2010), il 20,8 % per il ribaltamento di un veicolo o mezzo in movimento (il 22,6 nel 2010).

Gli stranieri rappresentano il 13,2 per cento dei decessi (il 12 per cento nel 2010). 

Mentre le donne che hanno perso la vita al lavoro nel2011 aNordest sono 3 (4 nel 2010) su 18 decedute in tutto il Paese.

Sono questi dati che tengono conto del calo numero ore lavorate, e del numero di lavoratori occupati quindi le percentuali sono corrette e dimostrano un lento miglioramento che speriamo faccia parte di un trend costante di calo degli infortuni; manca invece un osservatorio sulle malattie professionali che invece sono in costante aumento dovuto anche alle maggiori conoscenze  da parte dei lavoratori che si informano e che aprono le cause.

 

 

 

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