DIPARTIMENTO STATO SOCIALE

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Sezione: DIPARTIMENTO STATO SOCIALE
12 marzo 2012

Non "autosufficienti": emergenza e priorità

Tutti sanno, al di là dei numeri, che l’invecchiamento della popolazione è in rapida ascesa sia nel nostro Paese, che nel Veneto. Il vicentino non è da meno: nel 2009, mediamente, in tutte le Ulss vicentine gli ultrasessantacinquenni erano già il 18% della popolazione residente.L’innalzamento dell’età porta con sé non solo l’aumento delle patologie sanitarie, ma anche un complesso impatto sociale di una popolazione molte volte sola e con tenori di vita molto bassi.

Chi sta in “frontiera” (Comuni, Ulss, famiglie, associazioni del volontariato) sta facendo di tutto e di più per affrontare questa emergenza. Un’emergenza che rischia sempre più di ampliare le differenze tra chi possiede risorse economiche adeguate e chi invece non le ha.

Su questo tema, noi siamo convinti che non si possa più aspettare, che si debbano ricercare soluzioni adeguate ad una situazione, che rischia di diventare un’emergenza sanitaria e sociale anche per il nostro territorio. C’è bisogno che tutti gli attori pubblici e privati, che a vario titolo e con diverse responsabilità sono coinvolti su questo tema, diano il segnale che questa è una delle priorità da affrontare.

Prima di tutto la non autosufficienza ha bisogno di strutture sanitarie e di posti letto che oggi risultano essere insufficienti sia sotto l’aspetto riabilitativo che di cura. Su questo punto il nuovo piano socio-sanitario individua come soluzione strutturale i cosiddetti “ospedali di comunità”. Questi attualmente risultano essere pochi e con pochi  posti letto.

C’è poi la necessità di mettere in rete tutti gli interventi esistenti (pubblici e privati) e di individuare un unico “centro regolatore” al quale destinare il compito di vagliare priorità e necessità. Comuni, Strutture residenziali, Ulss ed utenti, teoricamente, avrebbero già a disposizione uno strumento per fare programmazione: è il “Piano di zona”. In molti di questi Piani abbiamo registrato tante buone intenzioni, ma anche difficoltà e diffidenze nel mettere insieme risorse umane ed economiche.

Infine, non per ultimo, c’è il tema delle risorse sia pubbliche che private che a questo ambito vengono dedicate.

Il fondo indistinto per gli interventi sociali a livello nazionale nel 2008 ammontava a circa 2,5 miliardi di euro. Nel 2012 sarà di circa 350 milioni e nel 2013 di 270 milioni. Quello destinato alla non autosufficienza ammontava a 300 milioni nel 2008 e a 400 milioni  nel 2009 e 2010. Per il 2011 e gli anni successivi sono previsti Zero euro

Se, come abbiamo cercato di dire, la non autosufficienza è una priorità quel fondo va come minimo ripristinato con adeguate risorse (recuperabili dalle grandi ricchezze attraverso la lotta all'evasione fiscale e la tassazione dei patrimoni e delle rendite). Va ripristinato anche utilizzando, se necessario, sia a livello nazionale che a livello regionale e locale la leva fiscale

Diciamo questo, convinti che anche gli utenti possano essere coinvolti nella spesa, come già peraltro lo sono già oggi attraverso le rette nelle case di riposo, la spesa per le assistenti familiari e la compartecipazione alla spesa per i servizi domiciliari o per i pasti a domicilio. Su questo, però, non possiamo continuare a far finta che tutti siano uguali: c’è chi possiede patrimoni elevati e chi, non possiede neanche una casa di proprietà. Per questo, noi diciamo che l’eventuale compartecipazione, a tutti i livelli, non può essere slegata dal reddito (o meglio dal patrimonio reale) di chi poi usufruisce del servizio.

La legislazione sia nazionale che regionale “obblighi” i vari soggetti istituzionali in campo ad affrontare “insieme” questa materia in ambiti territoriali più vasti di quelli dei singoli Comuni (tanto più per quelli più piccoli). Le economie, a dispetto dei campanili, potrebbero, a nostro avviso, dare risultati molto significativi. E’ tempo che le politiche degli enti locali si aprano a processi di integrazione, collaborazione, condivisione di alcune funzioni, il tutto con la collaborazione ed in accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti, e con i lavoratori che rappresentano la vera risorsa dei servizi pubblici.

Su tutto questo e su altro, che per brevità tralasciamo, ci piacerebbe, insieme alle Istituzioni ed a tutti i soggetti che operano in questi ambiti, altre organizzazioni sindacali, alle associazioni del volontariato e del no profit, e naturalmente alle Istituzioni, aprire a livello locale una discussione.

Vorremmo dar voce alle richieste di aiuto di tante persone (molte volte sole) colpite da questo dramma, ma anche riaffermare l’esigenza di uno stato sociale adeguato ad affrontare la crisi che sta colpendo i lavoratori ed i pensionati.

 

 

Gino Ferraresso 

  

Igino Canale 

  

  

  

Responsabile Dipartimento Stato Sociale della Cgil di Vicenza

 

Segretario Generale del Sindacato Pensionati della Cgil di Vicenza

 

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