SALUTE e SICUREZZA

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Sezione: SALUTE e SICUREZZA
09 dicembre 2012

SICUREZZA E SALUTE - Cinque anni fa la tragedia dell'acciaieria Thyssenkrupp di Torino. Ma le morti sui luoghi di lavoro non si sono fermate!

Intervento dell’ingegner Mauro Rossato Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Sul Lavoro di Vega Engineering:


"Si chiamavano Antonio Schiavone, Giuseppe De Masi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino. Questi i nomi che narrano la tragedia consumatasi tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino, quando i sette operai vennero investiti da una fuoriuscita di olio bollente, che prese fuoco.
Da allora sono passati esattamente cinque anni e le vite di chi lavora continuano ad apparire sempre più fragili.
Purtroppo questa parte della cronaca nera del Paese appare maggiormente forte ed eclatante quando l’incidente coinvolge più lavoratori, ma la realtà è che si continua a morire tutti i giorni e anche più volte al giorno in fabbrica, sulle impalcature e soprattutto sui campi.
Esistenze spezzate che spesso rimangono non lette in quelle poche righe dedicate agli incidenti sul lavoro ai margini dei quotidiani locali; eppure dietro a quei brevi testi giornalistici si celano lacrime di intere famiglie devastate dal dolore per la perdita di un figlio o di una figlia, di un padre o di una madre, di un marito o di una moglie, di un nipote.
Unire insieme tutti questi drammi, quindi, significa dare un peso all’emergenza delle morti bianche nel nostro Paese: ed è quello che il nostro Osservatorio si trova a compiere quotidianamente. Per arrivare così tragicamente a rivelare che sono 445 le vittime registrate in Italia dall’inizio dell’anno alla fine di ottobre senza contare le vittime sulla strada.
Cinquantenni e ultrasessantacinquenni i lavoratori più colpiti, come se l’esperienza fosse sinonimo di sottovalutazione del rischio. Mentre una delle situazioni più drammatiche arriva dalla Lombardia, dove in ottobre si sono verificati 8 dei 53 decessi rilevati nel mese in tutta la Penisola.
Un solo dato appare positivo anche se non sufficiente ad arginare significativamente il dramma: il decremento della mortalità rispetto allo scorso anno pari al 3,7 per cento. Poca cosa rispetto agli obiettivi che una società civile dovrebbe porsi.
E tali drammi non ci abbandonano neppure per un giorno. Neppure nel fine settimana, neppure nel periodo estivo. Perché il bollettino delle vittime del lavoro non s’arresta.
Una sciagura che non conosce consolazione per chi perde un proprio caro in questi casi. Per questo non ci sono risarcimenti né processi che possano restituire pace ai parenti delle vittime. 
Per questo la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere sempre più in primo piano nella politica del nostro Paese".


 

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