Cgil: «Sempre più diffusa l’idea del lavoro 365 giorni l’anno con meno diritti per le donne»

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Ad animare le pagine di cronaca del Bassanese nelle ultime settimane la questione del “nuovo” centro commerciale. Questione capace di stimolare, oltre numerose polemiche tra amministratori, anche una riflessione sul ruolo di queste realtà nel territorio che attirano ogni giorno migliaia di persone e che rappresentano una possibilità occupazionale. Ma il quadro che emerge dalle considerazioni di alcuni lavoratori non è dei più rosei: «A livello contrattuale non è possibile generalizzare perché ogni punto vendita adotta la propria politica – dice Marco che lavora in un grande magazzino alle porte di Bassano da diversi anni, ma che preferisce non dare troppe informazioni su di sé. – Il vero problema, per quanto mi riguarda, è dover lavorare anche durante i giorni di festa come è successo il 26 dicembre o a ferragosto». Quella delle domeniche e delle festività trascorse sul posto di lavoro è un argomento su cui si dibatte da molto e che non ha risparmiato nemmeno il nostro territorio, dove non mancano di certo i negozi della grande distribuzione. «L ’apertura durante le festività non mi sembra abbia mai riscosso il successo previsto o sperato e nemmeno che il numero dei clienti abbia raggiunto i picchi dei giorni feriali generando così un vero guadagno – prosegue Marco. – Non so se il nuovo centro commerciale potrà portare effettivi nuovi benefici per l’occupazione del territorio, ma sicuramente andrebbe fatta un’analisi più ampia su questa categoria di negozi». 

Anche la Cgil cittadina pone l’attenzione sul problema delle festività al lavoro, sottolineando il fatto che ormai da tempo in tutti i settori ci sia un forte abuso di forme contrattuali precarie come voucher o contratti a chiamata. «Con l’arrivo dei grandi magazzini si è diffusa sempre di più l’idea del lavoro 365 giorni all’anno, che comporta una perdita dei diritti ottenuti – afferma Fabiola Carletto, referente del sindacato di Largo Parolini. – Per le donne, ad esempio, diventa difficile riuscire a gestire la propria famiglia e stiamo assistendo a una progressiva perdita di quei valori che fino a poco tempo fa venivano reputati fondamentali». Ma, in concreto, un altro centro commerciale nel Bassanese è una buona opportunità per il futuro lavorativo di giovani e non del territorio? «Nuove attività generano ovviamente nuovi posti di lavoro e questo è sempre un bene – continua Carletto –. Bisogna, però, in primis rivedere modalità e tempi di assunzione in accordo con le categorie economiche e poi capire se queste realtà sono veramente fonte di uno sviluppo duraturo nel tempo per il nostro comprensorio». 

Eppure in questi luoghi i clienti non mancano. Basta trascorrervi meno di un paio d’ore per rendersi conto dell’importante flusso di persone che li frequentano. Ma tutti vanno al centro commerciale per fare compere? «Ci capita spesso di venire semplicemente a fare un giretto di domenica per stare tra la gente – racconta Elisa mentre con i suoi due bimbi guarda non troppo attentamente le vetrine di uno dei negozi de Il Grifone –. È una realtà che mi piace e che diverte anche i miei figli, perché qui c’è sempre qualche evento o qualcosa di interessante per distrarsi». C’è, poi, chi come Marta benedice i centri commerciali aperti durante le festività perché sono gli unici momenti in cui riesce a comprare ciò che le serve a causa dei suoi impegni di lavoro: «Mi dispiace per chi è costretto a lavorare anche nei giorni in cui solitamente ci si riposa – dice, uscendo da un negozio con in mano due borse piene –. Per me, invece, sono gli unici giorni in cui riesco a fare la spesa». Non solo mamme o donne in carriera tra i frequentatori dei centri commerciali bassanesi, anche tanti adolescenti che considerano questi luoghi un punto di ritrovo o il posto perfetto per trascorrere un pomeriggio in compagnia  

Lorenza Zago - La Voce dei Berici